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Fluid condition monitoring nel settore navale: il caso Fincantieri

Scritto da Redazione | 21/08/2024

Per migliorare l’efficienza e la sostenibilità di un impianto oleodinamico è fondamentale prestare attenzione al monitoraggio e al trattamento dell’olio idraulico e del fluido lubrificante, anche alla luce di nuove disposizioni normative che prevedono l’adozione di olii eco compatibili.

In questo articolo racconteremo in particolare la storia di successo nata dalla collaborazione fra Fincantieri e HYDAC per lo sviluppo di una soluzione di Fluid Condition Monitoring dedicata al settore navale.

In questo articolo parleremo di:

 

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Manutenzione oleodinamica nel settore navale: perché è importante?

Chi quotidianamente si occupa di oleodinamica e lubrificazione raccomanda la manutenzione costante delle componenti. Attuare le corrette pratiche di Oil condition monitoring permette di mantenere gli impianti in una condizionale ottimale e garantire così la business continuity alle massime prestazioni.

Il fluido idraulico negli impianti navali può essere soggetto a contaminazione a causa di due fattori principali:

  1. contaminazione solida da usura o fattori esterni;
  2. presenza di acqua: in particolare, i macchinari che hanno interfacce dirette con il mare possono essere soggetti a fenomeni di contaminazione da acqua salata o di condensazione con generazione di acqua libera oppure disciolta.

Il fluido di esercizio è a tutti gli effetti un componente dell’impianto e la sua mancata manutenzione può portare a guasti e riduzione della vita utile delle componenti con cui è a contatto, come ad esempio guarnizioni, cuscinetti, pompe e altro. È fondamentale perciò conoscere molto bene lo stato di salute del fluido, garantire la sua integrità chimico-fisica e mantenerlo nelle giuste condizioni di contaminazione da particolato solido, liquido e gassoso.

Oltre ad assicurare il corretto funzionamento delle componenti, il monitoraggio e la filtrazione attiva del fluido ne allungano la vita utile, aiutando così a ridurre sprechi, contenere i costi e a diminuire l’impatto derivato dal suo smaltimento.

 

Quali tecnologie è possibile mettere in campo?

Nell’offerta che HYDAC è in grado di offrire per il trattamento dei fluidi di esercizio, c’è anche il sistema di filtrazione e di dewatering Fluid Aqua Mobile (FAM). Quali sono le caratteristiche salienti di questa tecnologia?

  • monitoraggio costante della percentuale di saturazione dell’acqua e della contaminazione solida del fluido idraulico;
  • sistema sottovuoto per eliminare sia l’acqua libera, sia quella disciolta;
  • filtro estremamente efficiente e dall’elevata capacità di accumulo che permette l’eliminazione del particolato solido.

Grazie a queste caratteristiche, il trattamento realizzato con la FAM consente di allungare significativamente la vita utile del fluido e dei componenti del macchinario e, con la riduzione degli interventi di manutenzione e di sostituzione del fluido, garantisce un significativo risparmio in termini economici e ambientali.

Per approfondire la FAM e le sue applicazione per la manutenzione predittiva e il controllo da remoto leggi l’articolo dedicato.

Il caso Fincantieri

A partire dalla fine del 2013 gli Stati Uniti hanno introdotto la normativa General Vessel Permit che, tra gli altri requisiti, impone alle navi che vogliono entrare nelle acque territoriali statunitensi l’utilizzo di lubrificanti eco compatibili, genericamente chiamati oli bio.

Fincantieri ha deciso di adottare oli basati su esteri sintetici, prodotti cioè tramite un processo di sintesi da risorse rinnovabili, che hanno ottime proprietà tribologiche e lubrificanti ma, in presenza di acqua e calore, tendono a deteriorarsi e aumentare il grado di acidità.

Questo fenomeno, se non tenuto sotto controllo, può contribuire al rapido deterioramento degli elementi di tenuta e degli organi meccanici con conseguenti frequenti interventi di manutenzione. In aggiunta a ciò, bisogna considerare che l’olio bio ha costi di approvvigionamento sensibilmente superiori a quelli degli oli minerali o sintetici precedentemente usati.

Da questi presupposti è perciò emersa la necessità di dotare le forniture di DSCM (pinne stabilizzatrici e thruster) di nuovi sistemi per la rimozione dell’acqua dall’olio. È proprio qui che nasce la collaborazione fra Fincantieri e HYDAC per trovare una soluzione che è scaturita nell’adozione di una versione personalizzata e avanzata della FAM 5.

Dopo una prima fase di prove in cantiere e di test in laboratorio si è giunti alla definizione della configurazione ottimale. Il risultato è stato una versione della FAM 5 perfettamente adattata alle esigenze dei macchinari e alla piena integrazione con i sistemi di bordo. La soluzione è stata implementata in diverse costruzioni già operative.

 

 

 

In conclusione, la collaborazione con HYDAC è stata giudicata da Rocco Cavaliere, DSCM di Fincantieri, come molto proficua sia in fase di definizione del prodotto sia durante la messa in servizio per affrontare e superare le problematiche in fase di qualifica. HYDAC ha dato al cliente il suo supporto nella sperimentazione, nell’implementazione delle modifiche necessarie per integrare la soluzione con i sistemi di bordo e, infine, nell’assistenza costante durante la fase di installazione e di risoluzione delle problematiche iniziali.

Fincantieri e HYDAC a C'èManutenzioneXTe

HYDAC ha partecipato all'evento C’èManutenzioneXTe, dove, durante l'incontro intitolato "Condition monitoring e trattamento dei fluidi lubrificanti eco-compatibili: un’applicazione speciale per il settore navale", Rocco Cavaliere, della Direzione Sistemi e Componenti Meccanici di Fincantieri, e Andrea Pivato, Key Account Manager di HYDAC Italia, hanno presentato un’applicazione concreta di Oil Monitoring & Conditioning per il settore navale. Clicca sul link e rivivi l'evento per saperne di più. 

 

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